
Un altro paladino della risacca cosmopolita è stato Mikhail Alperin (chiamato anche Misha Alperin). Alperin è deceduto l'11 maggio ad Oslo, nella terra che considerava la sua nuova patria; pur essendo di origini ucraine, Alperin aveva a cuore un progetto di intersezione delle culture a lui vicine e delle pratiche musicali occidentali. Prima di diventare una pedina essenziale delle registrazioni di Eicher ed ottenere il riconoscimento che gli era dovuto, Misha aveva espletato una lunga gavetta di musicista jazz con tanto di specializzazione: per le sue operazioni musicali non c'era un gran pubblico a sostenerlo nel suo paese e ciò lo costrinse a trasferirsi per un periodo in Russia, suonando nel gruppo del sassofonista Alexei Kozlov, un musicista che affrontava Davis e il jazz-rock statunitense in terra russa; nel contempo Alperin cercò di restare attaccato al suo progetto tramite il Moscow Art Trio, un particolarissimo set compo-improv con Arkady Shilkloper (corno francese e flicorno) e Sergei Starostin (voce e fiati), che condivide con lui l'equilibrio tra serietà e gaiezza delle proposte.
Nel '90, Wave of sorrow, esordio per l'Ecm, fece emergere il valore di tutte le sue potenzialità e inaugurò un percorso in cui intervenendo al pianoforte solo o al massimo con l'aiuto di Shilkloper, costruiva versioni riadattate al jazz e all'improvvisazione di pezzi che avevano costellato la sua vita di musicista legato alle radici folk del suo paese. In quegli anni la riscoperta dell'artista fu completata, ma sorse un sentimento di affinità con i paesi nordici ed in particolare la Norvegia, alimentata dall'insegnamento alla Norwegian Academy of Music; la sua musica si dimostra particolarmente attinente alla materia musicale nordica, scopre caratteristiche umorali simili, partendo da quel sentimento nostalgico che le è proprio ma che ha incredibili connessioni con il folk russo o slavo: da North story in poi, il pianista ucraino non sbaglierà un colpo, con una serie di registrazioni che coinvolgono jazz, soluzioni classiche e reminiscenze di melodie popolari. Il jazz nordico si arricchisce di una nuova dorsale dell'improvvisazione che partendo dalle pendici della Moldavia e dell'Ucraina, risale in territorio russo, trapassa il mondo germanico e si infila al Nord dell'Europa come meta di un viaggio con estremi immaginati simili.
Alperin stava pensando anche ad un allargamento elettivo della sua musica, aumentando il peso della libera espressione e gettonando l'importanza delle immagini video, ed in questo l'aiuto stava provenendo da un pool di musicisti: la sua compagna, la fisarmonicista Evelina Petrova, gli improvvisatori italiani Roberto Dani e Roberto Bonati, la sua allieva pianista di origini giapponesi Ayumi Tanaka e il trombettista russo Slava Gaivoronsky (si tratta dell'Oslo Art Trio, di cui puoi vedere qui un'esibizione fatta a Gjovik nel maggio del 2015).
Anche per Alperin si può notare una relativa trascuratezza dei mezzi di informazione nel fornire la notizia della sua scomparsa, un delitto che vi invito a colmare ascoltando i suoi cds e quanto di bello proviene a livello emotivo dalla sua musica e dal suo modo di interpretare il mondo: al riguardo puoi vedere qui, un'intervista che Misha concedette a Roksana Smirnova in occasione di At home, un piano solo registrato a casa sua, nell'inverno norvegese, e che sta girando in memoria sulla rete da qualche giorno.