Dove arrivano le nuvole più vaste


Nei Fleurs du mal di Charles Baudelaire le volontà del viaggiatore si esprimono in una dimensione plurima e totalmente improntata alle dinamiche dell'animo. In una parte della poesia di Il Viaggio, l'autore francese entra in contatto poetico con le nuvole:
"...i loro desideri (si riferisce ai viaggiatori) hanno la forma delle nuvole,
e, come un coscritto sogna il cannone,
sognano voluttà vaste, ignote, mutevoli
di cui lo spirito umano non conosce il nome!.."
Questi versi si prestano felicemente come introduzione al mondo del compositore Nicola Sani, che nella sua ultima pubblicazione discografica per Stradivarius, si preoccupa di fornire motivazioni su Dove arrivano le nuvole più vaste (questo è il titolo di una delle sue composizioni, che fornisce titolazione anche per tutta la raccolta); di Sani, e della qualità della sua musica, vi ho parlato a grandi linee in passato (puoi leggere qui); in questa nuova raccolta, trovo ulteriori spunti da condividere e senza dubbio ci sono un paio di cose da rendere evidenti:
1) si tratta di una monografia che raccoglie l'80% della produzione del compositore al flauto solo, con o senza elettronica;
2) è un eccellente rappresentazione degli stimoli compositivi del suo autore, qualcosa che porta avanti lo strumento, soprattutto dal lato tecnologico.
Vedo di commentare brevemente.
Si diceva della non interezza del repertorio: in effetti in Dove arrivano le nuvole più vaste ci sono 6 composizioni (scritte dal 1996 al 2014) che forniscono il suo raggio d'azione ma non esauriscono tutta la sua produzione; si passa dalla composizione senza ausili di nessun tipo (Dialoghi Migranti o Imagine from butterfly) ad altre con supporto digitale e live electronics (I binari del tempo, Dove arrivano le nuvole più vaste, Un souffle le souleve, les dunes du temps), fino ad arrivare al motion capture (More Different); tuttavia chi conosce Sani, non può dimenticare le splendide eresie sonore trovate in Elements, un cd del 2002, dove si possono cercare le eventuali aggiunte: probabilmente per il fatto di essere state già incise ufficialmente, non sono della raccolta le due lunghe composizioni di Con fuoco e di Wassererinnerungen, un "delitto" non da poco, poiché un volume totalmente comprensivo avrebbe potuto costituire la sua opera per flauto, seppur non sappiamo quanto definitiva possa essere; sappiamo, però, che essa si pone in maniera differente da altre celebri iniziative di uguale spessore (pensate al classico Sciarrino o alle composizioni di Fabbriciani), perchè ha un proprio orientamento stilistico. Quest'ultimo aspetto va ben inquadrato nell'intensa collaborazione che Sani ha ottenuto avvalendosi della collaborazione di autorità in materia come Roberto Fabbriciani e Alvise Vidolin e che in Dove arrivano le nuvole più vaste viene riprodotta a caratteri cubitali. C'è sicuramente una condivisione della ricerca con questi musicisti e certamente delle intersezioni che ne derivano, ma è bene evitare di pensare che Sani misuri solo le proprie idee con i suoi partners; se si scende nel dettaglio, invece, si capisce quanto l'idea compositiva di Sani abbia un'intensità fortissima e sia fondamentale per raggiungere risultati solo a lui ascrivibili. 
Non è un caso che il compositore rivolga molto spesso la sua attenzione al flauto e alle sue qualità timbriche, soprattutto in rapporto a quanto è possibile ottenere attraverso l'azione umana o dalla risposta elettronica: c'è una finalità che si avverte nella musica, poiché ciò che interessa a Sani è la scoperta di nuove configurazioni sonore dalla chimica nuova in un'area perfettamente delineata: prendete Imagine from butterfly, che in questa raccolta ha la variante dell'esecuzione per ottavino, dove il "volo" della farfalla accetta di scivolare di tanto in tanto e prende anche una direzione strana, ma in ogni caso costruendo un percorso originalissimo; oppure rivolgetevi a I binari del tempo o a Un souffle le souleve, les dunes du temps, splendide prove che reggono strutture in cui l'interazione tra il flautista e l'elettronica è imbevuta sempre in una sapiente sospensione, una sorta di ambiente dilatato, spaziale, in cui da una parte si riconoscono ancora le azioni umane (gestualità, multifonia e tecniche estensive richiamate dall'esecutore), dall'altra si configura un percorso subdolo, direi emotivamente avventuroso del live electronics, che ha una sua fisionomia specifica, sia che lo si prenda nelle vesti del soundtrack digitale, sia che arrivi nei risultati della motion capture. Direi che è particolarmente importante quanto evidenziato in Dove arrivano le nuvole più vaste (per flauto contrabbasso), per via del fatto che, ad un certo punto, compaiono delle vere e proprie trasformazioni timbriche ottenute grazie a traspositori di altezza real time, modificazioni che permettono di passare da una nota ad un accordo di otto intervalli differenti. Queste "nuvole" hanno veramente una grande ampiezza, sono viaggi indeterminati, pieni di sorprese per le orecchie affamate di sensazioni; a livello sonico e per quanto mi riguarda, le trasposizioni conducono auralmente all'extra scienza di Incontri ravvicinati del terzo tipo, una delle più celebri e affascinanti produzioni cinematografiche di Spielberg, dove la parte finale è quel magnete a cui accenna Cappelletto nelle sue note: ho pensato a Kodaly, alle distanze dei gesti e alle dimensioni degli intervalli e al fatto che Sani potrebbe diventare un nuovo viatico per approfondire letture della musica che al momento sono impensabili. Grazie a Sani, ferrovie, cieli infiniti e terreni vulcanici potrebbero darci nuove informazioni, anche oltre gli attuali e straordinari godimenti previsti nello spirito di Baudelaire. 


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