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Il primo capitolo della greyfade (che adotta la rigorosa forma dell'LP + versione digitale) NON è però un lavoro di jazz, bensì di elettronica; è soprattutto un modo per segnalare definitivamente la presenza di Branciforte anche come musicista: LP1 è un duo proprio con Theo Bleckmann, che in qualche modo prende vita dall'apprezzamento immenso che Branciforte ha avuto nel duo Monder-Bleckmann; nelle note accompagnatrici del lavoro l'ammirazione è per cds come Origami di Bleckmann o Excavation di Monder (e chi potrebbe dire il contrario?), e una sorta di gancio è la produzione che Branciforte ha attuato proprio per Hydra, il cd di Monder e Bleckmann pubblicato nel 2014. In Hydra, quando consentito, la mano produttiva era composta da effetti dilatatori di Fender Rhodes e sintetizzatori: si intuisce che il progetto produttivo in LP1 si amplia, diventa manovra costante su un'idea, e sfrutta oltremisura l'interazione elettronica profusa dalle manipolazioni vocali di Bleckmann.
La vocalità di Bleckmann è molto più eterea del solito e la consueta angelica supposizione che ne deriva tramite i loops vocali, viene qui trasformata in qualcosa che fa pensare ad una fluttuazione liquida; d'altro canto si arguisce lo stile produttivo di Branciforte, un sound sculpture inesorabilmente impostato nell'umore, con puntellature granulari, tocchi per inquartare la mente in simulazione di percussioni mallets, scarne allegorie al data sounds, ed alcune sfumature di routine procacciate dall'ambient music (mi viene in mente Taylor Deupree).
Quello di LP1 mi sembra un progetto già validissimo, che regge sul contrasto tra realtà ed astrazione, sessioni di improvvisazioni libere, poi lavorate alla ricerca di una solidità di contenuto; sono visuali speciali di ambient music, che nel loro quoziente intellettivo presentano comunque ancora enormi spazi di miglioramento.