C'è una straordinaria importanza che i fisarmonicisti contemporanei devono tributare al grande Gyorgy Ligeti, dovuta alle sue intuizioni sulle tastiere: tra le simmetrie di Musica Ricercata e i tre geniali pezzi per organo (Volumina, Harmonies and Couléè), Ligeti ha posto le basi per gran parte della loro attività futura, fornendo al tempo stesso un magnifico raccordo con il passato.
Un punto di partenza sta nel XI brano della Musica Ricercata, ossia l'elaborazione del Ricercare cromatico della Messa degli Apostoli di Girolamo Frescobaldi: in tanti sanno che questa tipologia antica di musica fu l'antesignana del contrappunto e della fuga barocca, ma pochi sono in grado di comprendere quanto fatto dal compositore ungherese a sostegno di un'idea musicale e culturale da attuare silenziosamente contro il regime socialista dell'epoca. Ligeti operò in una maniera simile al Monteverdi della controriforma, quando la Chiesa ordinò il rientro di talune pratiche melodiche: per lui, naturalmente, non si trattava di agire sulle melodie, quanto di non poter comporre in nessun modo con le seconde minori, con i clusters o le dissonanze, perché vietate; ebbe la grande idea, allora, di costruire un contrappunto simmetrico su tutte le dodici scale della tastiera, un'operazione dal sapore cromatico che riabilitava un'armonia detestata dal regime, architettura compositiva che offre un gancio incredibile alle tecniche dodecafoniche. Negli altri pezzi di Musica Ricercata, Ligeti dà senso anche ad una serie di principi compositivi che nell'ascolto si avvertono nella loro interezza: non solo simmetrie provocate dalla distribuzione delle note, ma anche soluzioni sul ritmo, sulle velocità e sulle articolazioni, tutti elementi che restano indelebili nella preparazione dei fisarmonicisti odierni.
Lo stesso dicasi per la composizione all'organo, dove Volumina e Harmonies sono elevazioni al cubo della massa timbrica, con tutta una serie di manovre che entrano a far parte delle realtà tecniche del fisarmonicista (lo slittamento delle mani sulla tastiera, l'appoggio in clusters, etc.); la Coulée, poi, è uno straordinario studio musicale che potrebbe essere l'equivalente sonoro di un dipinto della Op art: nell'ambito di una corrente cinetica, determinata dalla velocità degli arpeggi, si crea un effetto illusorio di continuità dei suoni che è proprio solo dell'ascolto.
Gli omaggi dei fisarmonicisti a Ligeti sono spessi diretti, ma non si può negare (alla luce di quanto detto) dell'importanza di quelli indiretti: restando in Italia, nell'ultimo cd di Claudio Jacomucci dal titolo Orpheus' Ballad, viene ripresa benissimo la Coulée dell'ungherese, con una trascrizione a due fisarmoniche; è innegabile che nello stesso cd vi siano altri punti di collegamento con Ligeti, specie nei contrappunti bachiani e in Ballad for Lupo, 2018, un pezzo scritto da Jacomucci stesso, in cui si avverte il senso di una concezione statica in movimento. Nel polo virtuoso dei fisarmonicisti italiani veneti e friuliani, Piovesan ha ripreso il Vivace-Capriccioso che figura come X di Musica ricercata, mentre Corrado Rojac ha pensato all'ungherese in En lieu oblique, un pezzo autonomo per pianoforte, ma più in generale si deve considerare che molti dei moti articolatori ascoltati in tanti pezzi contemporanei per fisarmonica dimostrano un debito verso quel canale di lungimiranza offerto da Ligeti, in cui il musicista si infiltra nella scrittura con tecniche e movimenti scalari sulla tastiera che tendono ad avvalorare il punto di arrivo del pensiero di Ligeti, ossia quello del continuum sonoro.