Nell'Interpretazione dei sogni di Freud il sognare non aveva nessuna chance di poter offrire un apporto comunicativo. C'è voluto molto tempo per cogliere, invece, un intento traslativo, ossia che potesse esistere una "polifonia" del sogno, intesa come narrazione disponibile per gli altri; René Kaes è stato in grado di riconoscere che il sognatore mette a disposizione della comunità una conoscenza, che secondariamente può essere utilizzata nel linguaggio e nell'enfasi culturale. In sostanza, si forma uno spazio onirico della psiche condiviso. Stesso discorso per il mito, che altro non è che un luogo dell'immaginario razionalmente riconosciuto. Queste considerazioni sono utili perché con elevata probabilità i musicisti di Naga hanno suonato proprio avendo ben in mente queste relazioni.
Naga è il progetto europeo (finanziato da istituzioni culturali pubbliche) che la sassofonista Alexandra Grimal ha posto in essere con una parte della crema degli improvvisatori francesi: ci sono testi poetici (la maggior parte di essi sono di Lynn Cassiers, con aggiunta di una poesia della Grimal e la lettura di un estratto di Printemps Noir di Bruno Schulz), ci sono musicisti polifonici (Marc Ducret e Nelson Veras alla chitarra, Benoit Delbecq e Jozef Dumoulin alle tastiere, Stéphane Galland alla batteria) e ci sono figure professionali (il tecnico del suono Celine Grangey, l'esperto di luci Jean-Maurice Dutriax), per un prodotto che ha una genesi ed uno svolgimento ben collaudato. La scelta di Naga non è casuale, poichè individua una semi divinità induista in forma di uomini-serpenti in grado di dare benefici, tra cui essere in possesso di una delle aspirazioni più sentite dall'uomo, ossia quella di una lunga vita e, nell'ottica di quanto detto prima a proposito di sogno e mito, i Naga sarebbero dei perfetti mediatori tra gli organi spirituali e gli umani. Detto questo, il parametro con cui si misura la musica di Naga è una sorta di avanzato polistilismo jazz, dove il termine polistilismo non accede al significato normalmente introitato per esprimere una diversità di generi musicali, ma si concentra sulle note, sulle melodie e le fasi ritmiche: poesie bellissime trovano apparati musicali del momento, in cui rinvenire uno spazio reattivo e figurativo; si tratta di dimensioni intersoggettive che ricordano molto quanto prospettato da Lindsay Cooper nei suoi fantomatici lavori, quelli partoriti dal periodo del teatro rituale in poi, senza inoltre escludere qualche impianto ritmico vagante che va alla caccia della serialità implicita del Zappa di Hot Rats. I timbri delle voci di Alexandra, della Cassiers e di Schulz (rispettivamente infantile, flebile e caustico) allietano uno spazio rappresentativo formato da meravigliose oasi, zone del viaggio onirico, che si interpongono con la rete di trasmissione telepatica dei musicisti. Improvvisazione con una forte tendenza progressista.
Naga acclara il "sogno di gruppo" di Kaes, dove la realtà artistica della Grimal (compositrice di tutti i pezzi) è elaborazione di un'attività onirica per tutti i musicisti. Seguendo l'insegnamento di Billone, dovremo dire che è musica che si comincia a "percepire" dal secondo ascolto, almeno; tiene in serbo un pensiero, quello che di fronte ai limiti umani e all'incapacità di poter giungere ad una verità spirituale, è meglio rimettersi nelle mani di ciò che ci ha fornito sostentamento dalla notte dei tempi; forse potrebbe non essere un errore credere nell'energia del sole, nella forza produttiva della natura, nelle capacità simbiotiche che l'uomo ha saputo accogliere nel procedere del suo sviluppo sociale e culturale. Un modo di vivere intensamente la realtà. Brava Alexandra!
Jubilation, combustion, sérénité, incandescence
Cette lumiére qui broie tout sur ton passage
Fertilise la terre laissée à l'abandon
Frolement du visage contre l'écorce
Transmission de la séve
Douceur reche
Une vitalitè indistincte enserre
et libére les éclats kaléidoscopiques
Symbiose - Naissance
da Cambium, testo di Alexandra Grimal